Un recente articolo intitolato “Creatività aumentata: il futuro dell’arte passa dalla sinergia uomo-AI”, scritto da Paolo Steila, Senior Partner DisruptiveS, e pubblicato su Agenda Digitale, esplora come l’AI stia rapidamente modificando il processo creativo, mantenendo l’elemento umano come guida imprescindibile.
Secondo l’autore, tecnologie avanzate come Kling AI e Minimax per la generazione di video di altissima qualità, Midjourney per l’arte digitale, Suno AI per la musica e modelli di linguaggio come ChatGPT e Claude per la scrittura, stanno ridefinendo i confini tra uomo e algoritmo, consentendo a individui senza una formazione artistica formale di esplorare nuove forme di espressione e democratizzando l’accesso alla produzione creativa su larga scala.

Lo studio “Can AI Be as Creative as Humans?”
L’autore si chiede se l’AI sostituirà creatori umani come artisti, scrittori e musicisti, o li potenzierà amplificandone le capacità e, per rispondere, riporta i dati emersi da un recente studio pubblicato su arXiv intitolato “Can AI Be as Creative as Humans?”, condotto da un gruppo di ricercatori, tra cui Haonan Wang della National University of Singapore, James Zou della Stanford University e Michael Mozer di Google DeepMind.

  • Il concetto di creatività relativa.
    Per valutare se l’AI possa eguagliare le capacità creative di un ipotetico essere umano, anziché stabilire se sia creativa in senso universale, gli autori dello studio introducono il concetto di creatività relativa, ispirandosi al Test di Turing e adattandolo al contesto creativo. “Proposto nel 1950 dal matematico e informatico Alan Turing”, spiega Paolo Steila, “questo test è un criterio per determinare se una macchina può essere considerata intelligente. L’esperimento prevede che un giudice umano interagisca, tramite un’interfaccia testuale, con due interlocutori: un altro essere umano e una macchina. Se il giudice non è in grado di distinguere l’AI dall’essere umano sulla base delle risposte fornite, allora si può affermare che la macchina ha superato il test, dimostrando un comportamento intelligente.”
  • L’approccio comparativo.
    L’approccio utilizzato dai ricercatori consente loro di affrontare la natura soggettiva della creatività, trasformandola in un problema comparativo in grado di verificare, come spiega Steila, “se un modello generativo possa produrre opere che, sottoposte a giudizio umano, risultino indistinguibili da quelle generate da un artista.”
  • I modelli generativi come catalizzatori della creatività.
    Mediante un’analisi teorica, lo studio dimostra che gli algoritmi di intelligenza artificiale più evoluti possono raggiungere livelli di espressione creativa paragonabili a quelli umani purché siano sottoposti a un processo di apprendimento che contempli, non solo la raccolta di opere artistiche, ma anche la comprensione dei contesti, delle dinamiche e dei percorsi evolutivi che hanno generato tali opere.
    Ne consegue che l’intelligenza artificiale, anziché sostituire gli artisti, può emergere come un creatore virtuale in grado di produrre risultati simili a quelli generati dall’intelletto umano.
    Tali evidenze scientifiche invitano a riconsiderare i modelli generativi, superando la visione riduttiva che li considera semplici strumenti di riproduzione meccanica, e a interpretarli, invece, come autentici catalizzatori della creatività.

La centralità del ruolo umano.
Eppure, nonostante i progressi tecnologici dei modelli di Intelligenza Artificiale, nel processo creativo il ruolo umano rimane essenziale. Gli strumenti basati sull’AI sono in grado di generare contenuti, ma l’essere umano conserva la prerogativa di infondere emozione e significato. La riduzione dei costi di produzione sta trasformando il ruolo degli artisti in quello di curatori, registi e narratori capaci di integrare i contenuti generati artificialmente.

Conclusioni.
“Questo cambiamento”, conclude l’autore, “implica che gli artisti del futuro non saranno definiti tanto dalla loro abilità tecnica, ma dalla loro capacità di guidare l’AI, filtrare il valore dal rumore e plasmare idee grezze in opere significative. Il vero talento risiederà nell’intelligenza con cui gli strumenti generativi verranno utilizzati, trasformando il ruolo del creativo in un architetto di senso, in grado di integrare il calcolo algoritmico con l’intuizione umana.”

Anche nel settore della creatività, l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale richiede infrastrutture di rete performanti che consentano agli artisti di sfruttare appieno i sistemi generativi avanzati per creare contenuti. Senza una robusta connettività, infatti, il potenziale creativo dell’AI rimarrebbe limitato, impedendo la trasformazione rivoluzionaria che sta avvenendo nell’espressione artistica contemporanea.

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